A trenta anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio l’Istituto intitolato ai due magistrati rinnova il suo impegno per la legalità

Bressanone – il 23 maggio è tornato a scuotere i cuori e le coscienze nella comunità scolastica di via Pra’ delle Suore. Gli studenti dell’Istituto Tecnico Economico Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme a quelli del liceo Alighieri hanno organizzato un’intera mattinata di attività per onorare la memoria dei due magistrati uccisi nel 1992 e di tutte le vittime della mafia. Si è trattato della tappa conclusiva di un percorso che li ha visti molto impegnati nelle settimane precedenti, con il supporto dei loro insegnanti, nello studio del fenomeno mafioso e nella progettazione di performances da offrire come approfondimento a quanti avessero accolto l’invito a partecipare. La giornata si è aperta alle 8:30 in seduta plenaria con la celebrazione del trentennale nell’”auditorium Erica Volgger” alla presenza di autorità civili e militari. Nel saluto  di benvenuto la dirigente Maria Concetta Capilupi ha ricordato come l’iter per intitolare l’Istituto Tecnico brissinese ai magistrati  Falcone e Borsellino sia iniziato già nel 1993, per poi trovare compimento nel 1995, e come questa scelta abbia inteso mantenere vivo il modello di impegno per la legalità che i due magistrati incarnano. Il discorso commemorativo del dott. Renzo Pacher ha ricostruito la mappa delle numerose vite spezzate dalla mafia tra gli uomini di Legge e delle Forze dell’Ordine  ed ha concluso con l’invito a dedicare loro un minuto di raccoglimento. Si è dato poi il via all’”offerta formativa” proposta dagli studenti che si sono generosamente messi in gioco. Tra le diverse attività molto suggestive sono state la rappresentazione scenica del maxiprocesso di Palermo e una toccante riflessione mimata sul destino del giovane Giuseppe Di Matteo, una selezione di video commentati dai ragazzi sulle figure di Falcone e di Borsellino come anche una scelta dei loro pensieri più significativi da incontrare in diverse aule, la creazione di un “alfabeto delle mafie” attraverso cui conoscerne struttura e sfumature, giochi di fuga “escape room” per avvicinare i gruppi dei partecipanti alle dinamiche di memorabili omicidi come quelli di Peppino Impastato e del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Nel giardino sul fronte fiume una breve rappresentazione teatrale sotto la regia di Filippo Plancher ha proposto riflessioni sui “disvalori” della mafia che nella quotidianità ci impongono delle scelte: indifferenza, ipocrisia, omertà.

La giornata dunque ha centrato l’obiettivo di onorare con l’azione e con gratitudine la memoria di chi si è speso fino in fondo per affermare la Giustizia: un passo concreto in sintonia con la fiducia espressa nelle parole di Paolo Borsellino “Quando questi giovani saranno adulti, avranno più forza di combattere di quanto io e questa generazione ne abbiamo avuta”.