La data di nascita del Liceo brissinese in lingua italiana è facilmente identificabile. Oltre all’ampia documentazione d’archivio, il primo preside, il trentino Rodolfo Lackner, ce ne ha infatti lasciata precisa testimonianza nell’annuario della scuola relativo al biennio 1929-1931. Nel novembre del 1925, in attuazione del Regio decreto n.1638 del 4 settembre 1925, si completava con quello di Bressanone il trittico liceale altoatesino che comprendeva anche i licei di Bolzano e Merano. Il 9 novembre 1925, la campanella chiamò per la prima volta gli studenti nelle aule del neonato liceo cittadino – ubicato allora in Piazza Duomo al civico numero 1 (successivamente rinominato in 4) dove ora si trovano la Biblioteca civica e l’archivio cittadino.

Tra il 1927 ed il 1931 il numero complessivo degli alunni iscritti alle otto classi del ginnasio-liceo (le prime tre di “ginnasio inferiore”, le seconde due di “ginnasio superiore” e le ultime tre di liceo) si attestò intorno alle 140 unità (138 nel 1929-30; 144 nel 1930-31).

Nei primi anni di attività didattica la sistemazione delle aule era, in considerazione dei tempi, certamente dignitosa. Al riscaldamento dei locali, relativamente ampi, si provvedeva con stufe a legna. Le attrezzature in dotazione alla scuola, inizialmente scarse, aumentarono nel corso dei primi anni di vita dell’Istituto, anche per il particolare impegno del preside Lackner. Le biblioteche dei professori e degli alunni contavano alla fine degli anni Venti l’abbonamento a 26 riviste e circa un migliaio di volumi, tra cui anche un’ampia serie di testi in lingua tedesca, in gran parte omaggio dell’Accademia delle scienze di Vienna.

Nel 1929 l’istituto si munì di un apparecchio radio e gli insegnanti furono invitati dal preside a condurre “ogni tanto gli scolari ad ascoltare audizioni, la sera dalle ore 20 alle 21”.

Oltre a fruire di finanziamenti ministeriali per specifiche iniziative, il Regio Ginnasio-Liceo disponeva di una Cassa Scolastica, che al 30 settembre 1929 godeva di un capitale di circa 23 mila lire. Le entrate erano costituite da rendite patrimoniali, da contributi di enti e di privati (tra cui gli stessi alunni della scuola), dalle iscrizioni ai corsi serali di lingua straniera e dalle feste o manifestazioni “pro Cassa scolastica” organizzate dalla scuola.

Nei primi anni Trenta il numero degli iscritti risultava pressoché raddoppiato rispetto al primo anno.

I presidi Giudiceandrea e Rauzi

Bressanone visse tra il 1945 ed il 1952 un periodo estremamente difficile, sospeso tra una costante instabilità politico-amministrativa, la difficilissima ripresa del mondo economico-produttivo ed una diffusa incertezza verso il futuro. Nel 1951 il Liceo si trasferisce in via Dante.

Gli eventi bellici, prima e dopo l’8 settembre 1943, avevano condizionato in modo negativo l’andamento delle iscrizioni presso il liceo cittadino. La situazione si andò normalizzando alla fine degli anni Quaranta, con una media annua che si attestava complessivamente intorno alle 75 unità.

Fino alla metà degli anni ’60 la realtà complessiva del Liceo non subì particolari cambiamenti rispetto al decennio precedente.

In adempimento alle norme sulla trasparenza nei rapporti fra pubblica amministrazione e cittadini, il 7 giugno 1995, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, fu istituita la “carta dei servizi scolastici”, nella quale si prevedeva anche la stesura del Progetto Educativo d’Istituto (PEI).

Il Liceo “Dante Alighieri” nell’elaborare tale documento si propose di “rinnovare nei contenuti e nelle finalità il progetto di sperimentazione avviato già nel 1984..

Nell’ottobre dello stesso anno il Liceo “Dante Alighieri” compì 70 anni.

Con l’anno scolastico 1996/1997 ci fu l’accorpamento fra il Liceo e l’IPSC.

Nell’anno scolastico 1984/1985 fu introdotta una sperimentazione autonoma e fu istituito l’indirizzo linguistico.

Nell’ottobre del 2010, a seguito dell’esiguo numero di iscritti registrati negli anni precedenti, ci fu la definitiva soppressione dell’indirizzo Classico, decisa a livello provinciale nel quadro del ridimensionamento della scuola secondaria superiore stabilito dalla riforma Gelmini.

tratto dal libro “Odi et amo: 75 anni di vita liceale tra cronaca e storia” (2001)