15 febbraio 2023 – Una Giornata della Memoria in ricordo del prof. Mario Segre

La famiglia Segre
La presentazione dei ragazzi

Anche quest’anno l’IIS di Bressanone ha onorato la Giornata della Memoria con una iniziativa che ha visto la partecipazione attiva degli studenti. È stato ricordato un professore che ha insegnato Latino e Greco nel liceo Dante Alighieri nell’anno scolastico 1928/29, anno VI dell’era fascista come riportato nel documento che attesta la sua nomina e che di recente è stato recuperato negli archivi dell’Istituto. Si è ritenuto importante far conoscere agli studenti  il percorso di vita di Mario Segre, non solo per trasmettere la percezione che la Shoah è una realtà a noi vicina, ma anche perché al dolore per la tragedia toccata all’intero popolo ebraico si aggiungesse la consapevolezza dell’incommensurabile danno culturale che la furia nazifascista ha prodotto, cancellando moltissime personalità di alto profilo.

Nato a Torino nel1904, dopo la laurea in Lettere Classiche conseguita a Genova Mario Segre si dedicò per alcuni anni all’insegnamento in alcuni licei del nord Italia. Ma la sua vera passione era l’epigrafia, passione che ha coltivato attraverso la partecipazione a scavi archeologici che avevano il loro centro a Rodi, allora isola italiana, grazie alla vincita nel 1930 di una borsa di studio della Regia Scuola Archeologica Italiana di Atene. Iniziò così una brillantissima carriera di epigrafista e poi di docente nell’Università Statale di Milano, coronata anche dalla pubblicazione di  numerose opere. Nel 1938, in seguito all’introduzione delle aberranti leggi razziali fasciste, venne dichiarato decaduto dalla libera docenza di Epigrafia greca e messo in pensione dal Ministero dell’Educazione Nazionale a soli trentaquattro  anni. Continuò a studiare e a pubblicare attraverso un prestanome, vivendo di lezioni private. La situazione però precipitò dopo l’8 settembre del 1943 quando gli ebrei nell’Italia occupata dai nazisti vennero perseguitati e deportati.  Mario, la moglie Noemi Cingoli e il figlioletto Marco trovarono protezione nell’Istituto Svedese di Studi Classici a Roma, ma il 5 aprile del 1944 furono arrestati. Dal carcere romano di Regina Coeli vennero trasferiti a Fossoli e quindi, con un viaggio durato nove giorni,  deportati ad Auschwitz dove furono uccisi nelle camere a gas il 24 maggio, la sera stessa del loro arrivo.

Già nel 2004 al prof.  Mario Segre era stata intitolata la Biblioteca Scolastica dell’IIS Alighieri –  Falcone e Borsellino: quest’anno la targa commemorativa verrà corredata della nomina a professore del Liceo Alighieri e delle foto dei tre membri della famiglia Segre  cortesemente concesse dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano e dallo Yad Washem di Gerusalemme. Per la Giornata della Memoria mercoledì  15 febbraio gli studenti dell’IIS si sono riuniti nell’Auditorium Erica Volgger dove le classi III e IV dell’Istituto Tecnico Economico hanno ripercorso la vicenda del prof. Segre e dei suoi familiari come anche quella del loro ultimo viaggio, richiamato nei racconti di alcuni sopravvissuti. Uno sguardo particolare è stato poi riservato alle persone che si sono distinte come “Giusti tra le nazioni”, persone non ebree che hanno messo a rischio la propria vita per salvare anche un solo ebreo dalla morte. Fino ad ora più di ventisettemila persone, individuate in cinquantuno  Paesi, hanno ricevuto questa onorificenza dallo  Yad Washem. Gli studenti hanno presentato alcuni esempi che li hanno incuriositi per le forme spesso geniali con cui dei “Giusti” hanno salvato gli ebrei, come l’averli ospitati in alcune cliniche dichiarandoli pazienti affetti da malattie mentali o da patologie contagiose inesistenti. Resta un bilancio impietoso quello che compara il numero delle vittime della Shoah e il numero dei “Giusti”, ma necessario da stilare, perché la splendida fiamma della coscienza che non volta le spalle all’Uomo ha sempre un grande bisogno di essere ravvivata, in tutte le generazioni.